La crescita del turismo enogastronomico come opportunità per le guide turistiche
La riforma della disciplina della professione di guida turistica discussa nelle audizioni al
Senato può diventare occasione per arricchire e ampliare le conoscenze di questa figura e
divulgare ulteriormente il patrimonio enogastronomico italiano, oggi sempre più al centro dell’interesse dei turisti
Si sono svolte nella giornata di ieri le audizioni in IX Commissione – Industria, commercio,
turismo, agricoltura e produzione agroalimentare al Senato nell’ambito del disegno di
legge n. 833 relativo alla disciplina della professione di guida turistica. Hanno partecipato a
questo momento di confronto Roberta Garibaldi (Associazione Italiana Turismo
Enogastronomico), Michele Sonnessa (Associazione nazionale Città dell’Olio) e Angelo
Radica (Associazione nazionale Città del Vino), evidenziando l’opportunità di arricchire e
ampliare le conoscenze delle guide turistiche – oggi centrali nella divulgazione del
patrimonio italiano – anche all’agroalimentare e ai territori rurali.
Oggi i turisti italiani e stranieri mostrano un forte e diffuso desiderio di scoprire e vivere le
esperienze enogastronomiche e i territori di produzione. Per l’Italia questa evidenza ha
ancor più valore, poiché l’agroalimentare è tra principali driver che ne sostengono
l’immagine nel mondo e un asset centrale per il turismo. Il Belpaese, infatti, è la meta
enogastronomica più desiderata presso i mercati europei di prossimità e d’Oltreoceano.
“La ricchezza e l’unicità del nostro patrimonio enogastronomico sono un asset
fondamentale per il turismo, veicolano le culture, identità, tradizioni dei singoli territori”,
afferma Roberta Garibaldi. “Oggi il ruolo della guida turistica è centrale nel valorizzare,
tutelare e trasmettere le conoscenze del patrimonio culturale italiano, in cui
l’enogastronomia rientra a pieno titolo. Per tale ragione, sarebbe auspicabile che
nell’importante lavoro messo in atto per la riforma della professione in discussione in
Parlamento (DDL n. 833) si possa far figurare anche questa componente tra le
conoscenze da acquisire, garantendone la comprensione e una ulteriore fruizione da parte
del turista”.
Il ruolo attivo e di educazione svolto dalla guida turistica nella trasmissione del patrimonio
enogastronomico potrebbe anche tradursi in specifiche specializzazioni
sull’agroalimentare e la ruralità. “Le oltre 460 Città dell’Olio hanno intrapreso negli ultimi
anni un lavoro intenso sull’oleoturismo come opportunità per i nostri territori, le aziende e
le comunità che vivono di olivicoltura nell’offrire nuove occasioni di scoperta partendo da
un elemento identitario delle civiltà che si affacciano sul Mediterraneo, l’olio EVO”, afferma
Michele Sonnessa, Presidente dell’Associazione nazionale Città dell’Olio. “Il valore
sociale, culturale ed antropologico dei territori di produzione deve essere adeguatamente
compreso e comunicato. Questa è un’opportunità che potrebbe essere colta con la
presente riforma, dando il via a specializzazioni sull’agroalimentare e la ruralità”
“Il nostro 21 Rapporto dell’Osservatorio Nazionale sul turismo del Vino 2023 realizzato da
Nomisma – ha evidenziato Angelo Radica Presidente Città del Vino – fa rilevare che la
formazione per oltre il 75 % degli intervistati è strategica per lo sviluppo dell’enoturismo.
Inoltre, il 65 % delle aziende de vinicole intervistate dichiarano che stanno assumendo ma
il 69 % di esse ha difficoltà a trovare personale specializzato. Anche il Decreto (2019)
‘sull’esercizio dell’attività enoturistica’ ricorda l’importanza di personale addetto
competente e formato, anche sulla conoscenza delle caratteristiche del territorio, e per lo
svolgimento delle attività di degustazione e commercializzazione. A nostro parere, quindi,
è opportuno che il profilo professionale di guida turistica debba contenere materie
didattiche che attengono alla conoscenza dei territori, caratteristiche e localizzazione di
prodotti, vino e oli tipici”.
La crescita del turismo enogastronomico
Oggi i viaggiatori mostrano un forte desiderio di scoprire e vivere l’enogastronomia, e sono
i dati a dimostrare la centralità nell’esperienza di viaggio. Quasi 6 italiani su 10 (circa 9,6
milioni) hanno svolto un viaggio con il food & wine come ragione principale – un valore
cresciuto di ben 37 punti percentuali rispetto al 2016. E Il 67% ha svolto almeno 5
esperienze a tema cibo, vino, olio, … a prescindere dal motivo del viaggio, un dato in
crescita sul 2021, quando era al 42% (fonte: Rapporto sul Turismo Enogastronomico
Italiano 2023). Questo interesse diffuso si ravvisa anche tra i viaggiatori del Vecchio
Continente. Le proposte legate ai paesaggi naturali e le attività enogastronomiche sono le
più ricercate per i viaggi della seconda metà dell’anno 2023. Sono indicate rispettivamente
dal 17,4% e dal 16,3% degli europei, ossia circa 21,3 e 19,9 milioni; 6,2 milioni, invece, chi
viaggia con motivazione primaria l’enogastronomia (fonte: European Travel Commission).