Le tradizioni culinarie per la Festa dei Santi e dei Morti

Prima ancora che la tradizione americana della Festa di Halloween invadesse anche la nostra penisola, in Italia esistevano tradizioni che in parte somigliano ad Halloween, legate al ricordo e alla celebrazione dei defunti.

Sono numerose le tradizioni culinarie italiane per la festa dei morti: zuppe di ceci, pan dei morti, frutta di Martorana e papassini sardi. Sono talmente tanti che è praticamente impossibile citarli tutti. Vediamone alcuni insieme tra i più e i meno famosi.

La zuppa di ceci e costine o Cisrà

In Piemonte, nella zona delle Langhe e Monferrato, per la festa di Ognissanti ed il giorno dei morti è usanza molto comune preparare la zuppa di ceci e costine di maiale.
Gli ingredienti principali di questa ricetta sono i ceci (messi in ammollo almeno 12 ore prima) e le costine di maiale.

Ossa dei morti

Questa tradizione delle ossa dei morti risale a una cultura contadina, legata al rituale di offrire cibo ai morti: si riteneva che nel giorno della commemorazione dei defunti i cari estinti si ripresentassero nelle loro case abbandonando temporaneamente l’oltretomba.

Biscotti simili alle ossa dei morti sono le fave dei morti: biscotti morbidi alle mandorle, dall’aspetto simile agli  amaretti. Si preparano in diverse regioni italiane, soprattutto del centro, in occasione della celebrazione dei defunti.

Sono tipici di: Parma, dove li fanno con la pasta frolla, per poi ricoprirli di glassa di zucchero o cioccolato. Veneto, dove hanno una forma oblunga e sono ricoperti di cioccolato. Siena, dove vengono preparati con le mandorle e hanno la forma più rotonda.

 

Il pan dei morti

Il pan dei morti si trova per lo più nel nord Italia, ma pare che l’origine sia un’antica tradizione milanese, risalente al Quattrocento. Viene preparato con amaretti, biscotti tritati, uvetta, mandorle, cannella e noce moscata. Una volta formato l’impasto, si divide in biscotti a forma di ossa che si cuociono al forno e poi vengono cosparsi di zucchero a velo.

Di solito viene preparato nei primi giorni di novembre, continuando a gustarlo fino a Natale.

 

Il grano dei morti

Tipico dolce tradizionale pugliese, il grano dei morti o colva è una specialità foggiana legata alla commemorazione dei defunti. Questo dolce molto rustico e contadino rappresenta un vero inno alla vita: gli ingredienti principali sono grano e melograno, entrambi simboli del ciclo vitale. Il grano simboleggia il nutrimento e il ciclo di vita e morte, il melograno rinascita e vita. Pare che nei tempi più antichi questi ingredienti venissero riposti nelle tombe dei morti per assicurare nutrimento e speranza di resurrezione.

Questo piatto viene fatto in casa esclusivamente nel giorno dei morti e consumato in famiglia, per omaggiare i defunti con gli ingredienti più adatti a questa ricorrenza. Non solo grano cotto e melograno, ma anche noci, cioccolato fondente e vincotto, versato sul momento prima di essere gustato.

La tradizione del grano dei morti è presente anche in altre regioni meridionali come la Calabria e la Basilicata, dove viene chiamato “u gran cutt”.

 

La frutta di Martorana e i pupi di zucchero

In Sicilia la commemorazione dei defunti del 2 novembre è molto sentita.

Tra i piatti tipici la famosa frutta di Martorana, scenografica pasta di mandorle a forma di frutta, i pupi di zucchero o pupaccena, statuette di zucchero dalla forma umana che rievocano figure tradizionali e personaggi tipici del teatro dei pupi siciliani.

La tradizione a Palermo prevede che, per questa festa, i genitori regalino ai bambini questi dolci e giocattoli, dicendo loro che sono stati portati in dono dalle anime dei defunti.
I pupi di zucchero vengono poi presentati a tavola con il cannistro, un cesto pieno di biscotti, frutta secca, ceci tostati e semi di zucca essiccati, melograni e la già citata frutta Martorana.

 

I papassini sardi

I papassini conosciuti anche come pabassinas o papassinos, sono dei dolci tipici della Sardegna che si preparano in autunno, per la festa di Ognissanti, ma anche per Natale e Pasqua.

Prima ancora dell’arrivo di Halloween in Italia, i bambini in gran parte della Sardegna erano soliti festeggiare Is Animeddas, Su mortu mortu, Su Prugadoriu o Is Panixeddas a seconda delle zone. Andavano di casa in casa a chiedere doni per le anime dei defunti, ricevendo frutta secca, mandarini, castagne e biscotti tra cui i papassinos.

Questi dolcetti tradizionali prendono il nome dall’uva passa, che in sardo viene chiamata papassa, di cui sono ricchi, e ricorrono in tante varianti a seconda delle zone, nella forma e negli ingredienti, ricoperti o meno con la glassa di acqua e zucchero.

 

Potrebbero interessarti anche...

Lascia un commento